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[Misteri del Vaticano] I Papi sono finiti?

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view post Posted on 28/2/2013, 18:02




A indicare la data fatidica del 2012 è stato il gesuita René Thibautg nel libro “La misterieuse prophétie des Papes”, del 1951. Thibautg cita un professore di Oxford, Sanders, che già nel 1571 aveva fissato al 2012 la distruzione di Romae il giudizio finale. Sanders a sua volta fa riferimento all’ ultima delle 112 profezie del monaco irlandese Malachia relativa all’ ultimo papa, che sarà eletto dopo Benedetto XVI come Pietro II. Stavolta però i conti non tornano: non solo perché Ratzinger gode ottima salute, ma anche perché la profezia di Malachia dovrebbe avverarsi nel 2026, l’ anno indicato pure da Michel Nostradamus per l’ avvento dell’ Anticristo e la distruzione di Roma. È quindi probabile che certi profeti da quia tre anni saranno smentiti; accanto alle loro, però, hanno preso consistenza altre profezie. La Vergine a La Salette nel 1846 annuncia ai pastorelli Massimino e Melaina: «Roma sparirà e il fuoco cadrà dal cielo». Nel 1886, il sensitivo Blanchard racconta la distruzione di San Pietro; don Bosco nel 1870 profetizza a Pio IX quattro sventure di Roma: «Nella prima saranno percosse le terre e gli abitanti (forse la caduta di Roma papale). Nella seconda la strage e lo sterminio sarà sulle tue mura (forse la Seconda guerra mondiale). La terza volta al comando del Santo Padre subentrerà il regno del terrore, dello spavento, della desolazione. La quarta volta il tuo sangue e quello dei tuoi figli laveranno le macchie che tu fai alla legge di Dio». E anche suor Imelda nel 1872 vede in un futuro imprecisato Roma «coperta di macerie».

Nostradamus e Malachia i tanti 'profeti' della distruzione di Roma
SONO diventati personaggi di Roma come protagonisti del futuro della città. Sono i profeti della fine di Roma, dell' avvento dell' ultimo papa, forse anche della fine del mondo. Di loro si è tornati a parlare in coincidenza con l' uscita di "2012" di Roland Emmerich, titolo che fa riferimento all' anno della fine del mondo. I precedenti non mancano: dal film di Brian Tranchard Smith "2012 - L' avvento del male" al romanzo "2012: The War for Souls" di Whitley Strieber, di cui è previsto un adattamento cinematografico di Michael Bay. A monte c' è il riferimento al calendario Maya, che fissa la fine del mondo al 30 dicembre 2012, ipotizzando anche un' invasione aliena di cui siè parlato pure in una delle ultime puntate di "X-Files". A indicare la data fatidica del 2012 è stato il gesuita René Thibautg nel libro "La misterieuse prophétie des Papes", del 1951. Thibautg cita un professore di Oxford, Sanders, che già nel 1571 aveva fissato al 2012 la distruzione di Romae il giudizio finale. Sanders a sua volta fa riferimento all' ultima delle 112 profezie del monaco irlandese Malachia relativa all' ultimo papa, che sarà eletto dopo Benedetto XVI come Pietro II. Stavolta però i conti non tornano: non solo perché Ratzinger gode ottima salute, ma anche perché la profezia di Malachia dovrebbe avverarsi nel 2026, l' anno indicato pure da Michel Nostradamus per l' avvento dell' Anticristo e la distruzione di Roma. È quindi probabile che certi profeti da quia tre anni saranno smentiti; accanto alle loro, però, hanno preso consistenza altre profezie. La Vergine a La Salette nel 1846 annuncia ai pastorelli Massimino e Melaina: «Roma sparirà e il fuoco cadrà dal cielo». Nel 1886, il sensitivo Blanchard racconta la distruzione di San Pietro; don Bosco nel 1870 profetizza a Pio IX quattro sventure di Roma: «Nella prima saranno percosse le terre e gli abitanti (forse la caduta di Roma papale). Nella seconda la strage e lo sterminio sarà sulle tue mura (forse la Seconda guerra mondiale). La terza volta al comando del Santo Padre subentrerà il regno del terrore, dello spavento, della desolazione. La quarta volta il tuo sangue e quello dei tuoi figli laveranno le macchie che tu fai alla legge di Dio». E anche suor Imelda nel 1872 vede in un futuro imprecisato Roma «coperta di macerie».
Fonte:
CODICE
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/11/22/nostradamus-malachia-tanti-profeti-della-distruzione-di.html


L’elezione unanime da parte del Sacro Collegio di un semplice monaco eremita, completamente privo di esperienza di governo e totalmente estraneo alle problematiche della Santa Sede, può forse essere spiegato dal proposito attendista di tacitare l’opinione pubblica e le monarchie più potenti d’Europa, vista l’impossibilità di eleggere un porporato su cui tutti fossero d’accordo…il monaco, forse anche intimorito dalla potenza della carica, inizialmente oppose un netto rifiuto che, successivamente, si trasformò in un’accettazione alquanto riluttante, avanzata certamente soltanto per dovere d’obbedienza…Il 28 aprile 2009 Benedetto XVI, visitando la basilica duramente colpita dal terremoto di qualche giorno prima, pose sull’urna (una teca di cristallo) di Celestino V il suo pallio pontificio in ricordo della visita.

Non voleva essere papa, l’hanno lasciato andare appena in tempo. Lo scandalo finanziario che sta per colpire il Vaticano (e che coinvolgerà anche molti risparmiatori) sarà epico e darà la stura a molti altri scandali. Il prossimo papa regnerà sulle rovine metaforiche del potere pontificio. Ci saranno omicidi e suicidi eccellenti, la lotta di potere esploderà ancora più virulenta.
Non c’è nulla di originale o sconvolgente in questa tesi. In pochi minuti di ricerche in rete lo arriva a capire chiunque. Il processo è inevitabile e si tratta solo di aspettare.

È arrivato il momento in cui il Vaticano imploderà sotto il peso di tre scandali:

1. riciclaggio del denaro sporco e mafierie varie;

2. omicidi/suicidi eccellenti;

3. pedofilia.

Riciclaggio:

Occhi puntati sulla Santa Sede. Gli Stati Uniti hanno, infatti, inserito per la prima volta il Vaticano nella lista dei Paesi ritenuti vulnerabili al riciclaggio di denaro: lo Stato pontificio è a rischio alla stessa stregua di Paesi come l’Albania o la Corea del Sud.

Riciclaggio, anche il Vaticanofinisce sotto osservazione:"Giurisdizione preoccupante"
Per la prima volta il Dipartimento di Stato americano ha aggiunto il Vaticano in una lista di 67 Paesi potenzialmente suscettibili al riciclaggio del denaro
Occhi puntati sulla Santa Sede. Gli Stati Uniti hanno, infatti, inserito per la prima volta il Vaticano nella lista dei Paesi ritenuti vulnerabili al riciclaggio di denaro: lo Stato pontificio è a rischio alla stessa stregua di Paesi come l'Albania o la Corea del Sud.

Per la prima volta il Dipartimento di Stato americano ha aggiunto il Vaticano in una lista di 67 Paesi potenzialmente suscettibili al riciclaggio del denaro. Nell'International narcotics control strategy, rapporto annuale sulla strategia per il controllo del narcotraffico, il governo americano ha inserito la Santa Sede nella categoria dedicata ai Paesi con "giurisdizioni preoccupanti", insieme all'Albania, alla Repubblica Ceca, all'Egitto, alla Corea del Sud, alla Malaysia, al Vietnam e allo Yemen. La categoria in cui si inserisce il Vaticano è, ovviamente, di un livello inferiore a quella relativa ai Paesi che destano "estremo allarme", una sorta di black list che "ospita" l'Afghanistan, l'Australia, il Brasile, le Isole Cayman, la Cina, il Giappone, la Russia, la Gran Bretagna, l'Uruguay, lo Zimbabwe e gli stessi Stati Uniti.

"Il Vaticano ha spiegato un funzionario del dipartimento di Stato che ha voluto rimanere anonimo - ha varato per la prima volta nel 2011 un programma anti-riciclaggio, ma occorrerà un anno per capire quanto sia efficace". Proprio per questo resta "potenzialmente vulnerabile" al problema. Nello Stato pontificio confluisce, infatti, un massiccio afflusso di denaro che circola tra la Santa Sede e il resto del mondo. Il 30 dicembre del 2010 Papa Benedetto XVI aveva istituito l’Autorità per l’informazione finanziaria, un organo che dovrebbe consentire al Vaticano di mettersi in linea con le norme internazionali di lotta al riciclaggio del denaro e finanziamento del terrorismo.

Fonte:
CODICE
http://www.ilgiornale.it/news/esteri/riciclaggio-anche-vaticanofinisce-sotto.html


Questa inchiesta sull’ipotesi del mancato rispetto delle norme europee anti-riciclaggio è uno schiaffo in faccia alla politica di rinnovamento e all’operazione trasparenza tanto invocata da Papa Ratzinger”. La dichiarazione è di Gianluigi Nuzzi, autore di “Vaticano s.p.a”, che racconta 50 anni di scandali all’ombra del cupolone. Il libro svela gli intrecci su conti occulti, tangenti, storie di soldi che sono passati attraverso i forzieri del Vaticano e attraverso il forziere più grande, quello dello Ior. “L’inchiesta di questi giorni che parte da una segnalazione del Credito artigiano – racconta Nuzzi – fa il paio con un’altra, aperta sempre dalla Procura di Roma, a mio avviso più grande, quella legata ai rapporti dello Ior con Unicredit”.

Parla l’autore di ‘Vaticano s.p.a’, Nuzzi: ‘L’inchiesta sullo Ior? Sono cambiati i vigili di Bankitalia’

“Questa inchiesta sull’ipotesi del mancato rispetto delle norme europee anti-riciclaggio è uno schiaffo in faccia alla politica di rinnovamento e all’operazione trasparenza tanto invocata da Papa Ratzinger”. La dichiarazione è di Gianluigi Nuzzi, autore di “Vaticano s.p.a”, che racconta 50 anni di scandalli all’ombra del cupolone. Il libro svela gli intrecci su conti occulti, tangenti, storie di soldi che sono passati attraverso i forzieri del Vaticano e attraverso il forziere più grande, quello dello Ior. “L’inchiesta di questi giorni che parte da una segnalazione del Credito artigiano – racconta Nuzzi – fa il paio con un’altra, aperta sempre dalla Procura di Roma, a mio avviso più grande, quella legata ai rapporti dello Ior con Unicredit”. Nuzzi fa riferimento all’inchiesta avviata un anno fa sempre dalla Procura di Roma per i rapporti bancari intrattenuti dallo Ior, la banca vaticana, con Unicredit e poi allargata ad altre nove banche italiane. “Un’indagine complessa su un sistema di operazioni compiute dallo Ior con Unicredit, dove non si evidenzia mai il nome della persona fisica o giuridica che effettivamente la dispone, gli inquirenti sospettano che in tal modo la banca del Vaticano si presti a concretizzare operazioni di riciclaggio”. Poi Nuzzi lancia un interrogativo: “Mi chiedo perché due inchieste giudiziarie così importanti in poco più di un anno che coinvolgono lo Ior? E una risposta me la sono anche data: perché oggi sono cambiati i ‘vigili urbani‘”. Per ‘vigili urbani’ lo scrittore e giornalista di Libero intende i controllori all’interno della Banca d’Italia: “Prima c’era il cattolicissimo Antonio Fazio, quello al quale il banchiere Fiorani voleva dare un bacio in fronte. Oggi c’è Mario Draghi. Uno che sta facendo le pulci a tutti gli istituti di credito. Si veda, ad esempio, la circolare della Banca d’Italia che impone di trattare lo Ior come banca estera”.

Lo Ior ha 100 dipendenti e 5 miliardi di euro di patrimonio; i conti correnti sono riservati a un ristretto numero di privati, oltre che ai dipendenti. “Oggi lo Ior con il nuovo presidente Ettore Gotti Tedeschi è tornato a investire nel mercato azionario. Quello per il quale è stato chiamato il nuovo presidente dopo il prepensionamento del banchiere Angelo Caloia, al vertice dell’Istituto per le Opere Religione fino al 2009″. E ora queste due inchieste con una ipotesi di riciclaggio. “Questa due inchieste sono uno schiaffo terribile alla glasnost, alla politica di rinnovamento tanto invocata e voluta da Benedetto XVI - continua Nuzzi – colui che di voleva restiuire alla sua banca, alla banca del papa un’immagine virtuosa”. Che figura è quella di Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior? “E’ stato presidente in Italia del Banco di Santander, la prima banca privata d’Europa. Editorialista dell’Osservatore Romano“. Cattolicissimo anche lui, va a messa tutte le mattine.

Certamente svelare le complesse operazioni finanziarie che ci sono e ci sono state in questi ultimi anni dietro la banca del Papa, porta sempre a delle ripercussioni sui vertici dell’istituto bacario. “L’uscita del mio libro forse è stata la causa del prepensionamento di Angelo Caloia”. Caloia è stato presidente dello Ior per 20 anni, chiamato dal cardinale Agostino Casaroli per mettere la parola fine allo ‘scandalo’ dell’ex Banco Ambrosiano che coinvolse Marcinkus e Roberto Calvi. Considerato un galantuomo della finanza bianca, con lui molte cose dentro lo Ior cambiarano e altre no. Il programma di trasparenza finanziaria con Caloia è proceduto a ritmi serrati, ma non ha impedito che l’ombra della banca vaticana venisse evocata in alcuni degli scandali finanziari degli ultimi vent’anni. “Caloia l’ho visto a maggio del 2009, ho consegnato a lui una copia del mio libro e sfogliate alcune pagine che lo citavano mi disse: ora devo andare a casa ora perché devo lavorare per cominciare a difendermi”. Che fine abbia fatto il riservatissimo professore, e banchiere, è sempre Nuzzi a svelarlo: “Lavora alla fabbrica del Duomo, una società che si occupa della manutenzione del Duomo di Milano”.

Fonte:
CODICE
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/21/parla-lautore-di-vaticano-s-p-a-nuzzi-linchiesta-sullo-ior-sono-cambiati-i-vigili-di-bankitalia-e-si-vede/63009/


“La Consob americana e tedesca alle costole, per speculazioni con mutui, tassi d’interesse e derivati. La Bundespolizei negli uffici, per sospetto di frodi fiscali e riciclaggio. Infine, un buco gigante di quasi 3 miliardi di dollari (2,2 miliardi di euro) in perdite appurate, solo nell’ultimo trimestre del 2012.

Se le rivelazioni alla Sec (l’autorità di controllo sulle società del governo americano) di tre dipendenti silurati si dimostrassero vere, potrebbe essere la punta dell’iceberg di un rosso abissale mascherato negli anni, pari a oltre 12 miliardi di dollari.

La Deutsche Bank, il maggiore gruppo bancario dell’Unione europea, resta un monolite della finanza in Germania. Ma è sempre meno difendibile e intoccabile, anche dagli inquirenti di Berlino. E non solo per il maxi-derivato Santorini da 1,5 miliardi di euro, disegnato su misura nel 2008 per il Monte dei Paschi di Siena, così da coprire – speculandoci sopra – i bond in pancia all’istituto toscano.

[…]

A Roma, Bankitalia vigila anche su un sospetto flusso di riciclaggio in Vaticano, attraverso pagamenti elettronici su bancomat e conti del gruppo tedesco. In Germania, incalzato da Bruxelles e dall’Eba (l’Autorità bancaria di vigilanza), il governo studia come risanare il sistema bancario. Spesso infarcito – come la storia di Deutsche Bank dimostra – di titoli tossici e conti truccati, attraverso una mole di «operazioni collaterali».

Citando tutte le inchieste, lo Spiegel ha chiamato questo castello di carta (e di miliardi volatilizzati) «il lato oscuro della Deutsche Bank». Che la misura, anche per la prima banca d’Europa, sia colma?”

La voragine nei conti di Deutsche Bank
Nel mirino di Stati Uniti e della Consob tedesca. Perquisita dalla polizia e invischiata nel buco Mps.
E ora anche in profondo rosso.

La Consob americana e tedesca alle costole, per speculazioni con mutui, tassi d'interesse e derivati. La Bundespolizei negli uffici, per sospetto di frodi fiscali e riciclaggio. Infine, un buco gigante di quasi 3 miliardi di dollari (2,2 miliardi di euro) in perdite appurate, solo nell'ultimo trimestre del 2012.
Se le rivelazioni alla Sec (l'autorità di controllo sulle società del governo americano) di tre dipendenti silurati si dimostrassero vere, potrebbe essere la punta dell'iceberg di un rosso abissale mascherato negli anni, pari a oltre 12 miliardi di dollari.
La Deutsche Bank, il maggiore gruppo bancario dell'Unione europea, resta un monolite della finanza in Germania. Ma è sempre meno difendibile e intoccabile, anche dagli inquirenti di Berlino. E non solo per il maxi-derivato Santorini da 1,5 miliardi di euro, disegnato su misura nel 2008 per il Monte dei Paschi di Siena, così da coprire - speculandoci sopra - i bond in pancia all'istituto toscano.
NEL MIRINO DEGLI USA. I primi a incriminare la storica banca tedesca, dalla gestione sempre più americana, sono stati il Tesoro e le autorità di vigilanza degli Usa. Mastini con cui il colosso finanziario ha patteggiato multe miliardarie, ammettendo frodi fiscali e speculazioni sul mercato immobiliare statunitense, esploso poi nel 2007 con la bolla dei mutui sub-prime (quelli cioè forniti senza sufficienti garanzie).
In collaborazione con la Financial services autority (Fsa) inglese, su Deutsche Bank indaga anche il Fbi, per far luce sulla manipolazione internazionale del Libor, il tasso medio d'interesse cui le banche si prestano denaro sulla piazza di Londra. Uno scandalo gemello a quello dell'Euribor (il tasso interbancario in euro), per il quale, a gennaio 2013, anche l'autorità di controllo finanziaria tedesca Bafin ha ordinato approfondimenti verso l'istituto di credito di Francoforte.

i indaga per riciclaggio, frode sui derivati e manipolazione dei mercati
Nel mirino degli investigatori c'è il tandem dei super-capi: lo squalo Anshu Jain, cresciuto nel quartier generale londinese dell'investment banking di Deutsche Bank, e il braccio destro Jürgen Fitschen, trait d'union con i poteri forti della Germania.
Entrambi in forze dell'istituto dopo l'uscita di scena, nel maggio 2012, dell'ex chief executive Josef Ackermann, i due boss negano la diretta responsabilità nelle irregolarità del gruppo. Attribuite invece, nelle indagini interne a trader e top manager ingordi e spericolati.
In realtà, a detta delle gole profonde e a giudicare dai nulla osta rilasciati dalla Commissione sui rischi globali del mercato di Deutsche Bank, almeno per il pacchetto Santorini, i vertici non potevano non essere a conoscenza delle manovre spregiudicate dei loro uomini.
IL BLITZ DELLA POLIZIA. Di questo sembrano esserne convinti anche gli inquirenti tedeschi. Sotto inchiesta in Germania - ma anche dal tribunale di Milano per un contratto con il Comune - per la vendita di pacchetti creativi e rischiosi di derivati sui tassi d'interesse swap a enti e aziende, diverse procure scavano per risalire al coinvolgimento dei piani alti dell'istituto in operazioni illecite.
A dicembre 2012, con uno spettacolare blitz, 500 agenti della polizia federale e tributaria hanno rastrellato gli uffici delle torri gemelle di Francoforte e le sedi periferiche di Berlino e Düsseldorf, disponendo cinque ordini di arresto, per un totale di 25 indagati per frode fiscale e riciclaggio, tra i quali spiccano il nome di Fitschen e di quello del responsabile finanziario del board Stefan Krause.
FRODE SULLE EMISSIONI. I reati sotto la lente dei magistrati risalgono a una falsa dichiarazione al fisco tedesco del 2009, per una truffa di oltre 230 milioni di euro, con il traffico internazionale di certificati dei titoli sulle emissioni di anidride carbonica.
Un anno prima, i poliziotti tedeschi avevano setacciato la stanza del dimissionario Ackermann, spediti in quel caso dai procuratori di Monaco di Baviera che indagano sulla bancarotta del gruppo Kirch. Un vecchia storia di coperture, nella quale i vertici del colosso bancario sono accusati di falsa testimonianza e corresponsabilità nel crac.

Una montagna di «collaterali» per coprire i buchi di bilancio

Se la cessione a caro prezzo (6 miliardi di euro), nel febbraio 2012, delle filiali della Deutsche Post al gruppo di Francoforte ricorda l'acquisto salato del Monte dei Paschi di Antonveneta, ha fatto scalpore anche la notizia della voragine di perdite di 2,17 miliardi di euro, a bilancio negli ultimi tre mesi del 2012.
Certo, il rosso era atteso, sia per la crisi sia per le spese legali e le multe dei vari processi giudiziari. Ma è l'importo record del buco (nel quarto trimestre del 2011 limitato a 351 milioni di euro) e il dato che anche i profitti dell'istituto siano risultati al ribasso di oltre 2,5 miliardi di euro a spaventare gli analisti.
VIA 1.400 POSTI DI LAVORO. All'orizzonte, per Deutsche Bank si profila una sforbiciata di 1.400 posti di lavoro e una riduzione, fino al 2015, di 4,5 miliardi di costi annuali. In vista della pesante ristrutturazione, i circa 25 mila dipendenti tedeschi hanno dovuto rinunciare all'atteso aumento di stipendio.
Peccato che negli stessi giorni le cronache internazionali riferissero di 500 milioni di euro di utili, accumulati nel 2008 attraverso operazioni su tassi d'interesse come il Libor. Dai documenti interni, consegnati al Wall Street Journal da un ex dipendente della banca, non c'è prova che i soldi siano frutto di manipolazioni illecite. Ma certo i margini di guadagno nel comparto - e le possibili perdite - sono ampi.
Tra i lavoratori, comprensibilmente, ribolle il malcontento per la gestione disinvolta del gruppo. Con gli scandali sui bond della morte e su altri derivati ad alto rischio, venduti nelle filiali ai clienti tedeschi, anche tra i correntisti il crollo di fiducia verso Deutsche Bank era stato enorme.
VATICANO, ALLARME RICICLAGGIO. Per l'indagato Fitschen, la responsabilità del colpo all'immagine è tutta delle perquisizioni «disastrose». Ma continuare a nascondere la testa sotto la sabbia potrebbe portare all'implosione di un colosso, cresciuto oltre misura con le acrobazie della finanza.
Troppi occhi sorvegliano la Deutsche Bank. A Roma, Bankitalia vigila anche su un sospetto flusso di riciclaggio in Vaticano, attraverso pagamenti elettronici su bancomat e conti del gruppo tedesco. In Germania, incalzato da Bruxelles e dall'Eba (l'Autorità bancaria di vigilanza), il governo studia come risanare il sistema bancario. Spesso infarcito - come la storia di Deutsche Bank dimostra - di titoli tossici e conti truccati, attraverso una mole di «operazioni collaterali».
Citando tutte le inchieste, lo Spiegel ha chiamato questo castello di carta (e di miliardi volatilizzati) «il lato oscuro della Deutsche Bank». Che la misura, anche per la prima banca d'Europa, sia colma?

Fonte:
CODICE
http://www.lettera43.it/economia/finanza/la-voragine-nei-conti-di-deutsche-bank_4367582062.htm


OMICIDI/SUICIDI ECCELLENTI

“…Il “fumo di Satana” di cui parlava Paolo VI sembra diventato invadente. Anche quando ci fu lo scandalo dei preti pedofili una diplomazia nota per la sua esperienza si lasciò andare a dichiarazioni discordanti e scomposte. Altrettanto sconcertanti i documenti che escono oggi. Lettere anonime contro il primo ministro Bertone, il trasferimento-allontanamento di un prelato che aveva denunciato scandali e ruberie, la diceria di un attentato al Papa. Padre Lombardi, portavoce, si ostina a dire che quest’ultima è solo una sciocchezza. Credo anch’io che lo sia. Il punto però non è nella credibilità della voce ma nel fatto in sé che la voce circoli, e che esca dalle “sacre mura”. Lì è il segno dello sconquasso. Una volta non era così. Quando si seppellì in una veneranda basilica il gangster De Pedis nessuno seppe, e ancora oggi nessuno sa, perché. Quando si consumò (4 maggio 1998) il triplice omicidio del comandante delle guardie svizzere, di sua moglie e del povero caporale Cédric Tornay, la versione data a caldo, chiaramente falsa, non ebbe smentita tanto che ancora oggi è la sola versione ufficiale di un crimine rimasto irrisolto e impunito. Quando si hanno precedenti di tale gravità non ci si può stupire se, degradandosi ulteriormente il tono generale, succeda quello che sta accadendo in questi giorni”.

Corrado Augias, la Repubblica, 17 febbraio 2012

Occhi puntati su gesuiti ed Opus Dei e Cl.



PEDOFILIA

Charles J. Scicluna era il funzionario della Santa Sede che perseguiva i preti pedofili. E lo ha fatto – a differenza di altri – con determinazione, denunciando anche la cultura del silenzio italiana. Ieri è stato rimosso, senza spiegazioni, e spedito a Malta come funzionario di basso rango. Una mossa che sconcerta.



“Nel 1990, Savile ricevette un Ordine Cavalleresco dell’Impero Britannico (OBE) dalla regina Elisabetta II in persona, anche se già correva voce che avesse abusato della sua posizione di star in due programmi popolari della BBC, “Top of the pops” e “La vita secondo Jim”, per aver molestato sessualmente delle ragazzine minorenni. Il suo impegno in opere di carità per gli orfani e gli adolescenti mentalmente disturbati lo ha portato ad una relazione stretta con il principe Carlo, non estraneo a sua volta a scandali sessuali. Lo stesso anno del premio dell’Ordine Cavalleresco Savile ricevette anche un Ordine papale, l’Ordine Pontificio Equestre di san Gregorio il Grande, da papa Giovanni Paolo II. Furono messi sotto pressione sia Buckingham Palace che il Vaticano affinché i premi fossero postumamente tolti, ma entrambe le istituzioni rifiutarono di farlo e continuano a mantenere comunque i premi, scaduti con la morte di Savile”.

Wayne Madsen

LINK

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Questi scandali saranno seguiti da rivelazioni sulla reale natura del “cristianesimo” predicato dal Vaticano (un culto anticristiano di natura mitraica)

Cristianesimo e Mitraismo

Il Gesù Esoterico

Succederà tutto entro due anni al massimo, con una rapidità che prenderà tutti di sorpresa, anche quelli che già sospettavano.

Vatileaks era solo un piccolo assaggio.

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Fonte generale:
CODICE
http://newapocalypse.altervista.org/blog/2013/02/11/siamo-alla-fine-dei-papi-e-della-chiesa-vaticano-cattolica-di-roma/



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So che è lungo da leggere ma è interessantissimo: vi consiglio di leggerlo a "pezzi".
 
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AlexRux95
view post Posted on 3/3/2013, 17:29




wow che bella storia...

non l'ho letta ma così sei contento
 
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{&l Nìñ0}
view post Posted on 3/3/2013, 18:31




Non è una storia
Capisco, solo gente capace può comprendere discorsi del genere...
 
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AlexRux95
view post Posted on 3/3/2013, 18:36




fottiti
 
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3 replies since 28/2/2013, 18:02   136 views
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